Joyce Lussu – la rivoluzione possibile
Ultimo appuntamento giovedì 18 luglio, a Portoscuso, nella vecchia Tonnara Su Pranu per “La mia casa e i miei coinquilini” film di Marcella Piccinini, la cui proiezione, alla presenza della regista prevista per le ore 22:00, chiude la rassegna organizzata da Il crogiuolo, “Joyce Lussu – la rivoluzione possibile”.
Bolognese d’adozione, la regista Marcella Piccinini racconta il lungo viaggio di Joyce Lussu tra fronti e frontiere, tra l’antifascismo militante e la lotta anticolonialista. Lo fa con la voce di Maya Sansa e attraverso suggestivi materiali d’archivio, compresa una storica intervista rilasciata a Marco Bellocchio nel 1994, che inizialmente doveva girare il film poi invece realizzato dalla Piccinini. Punto di partenza è la casa di Joyce Lussu a Fermo, una casa che testimonia un’esistenza drammatica ma piena di poesia, e racconta dell’esilio in Francia con il marito Emilio, delle lotte femministe in Sardegna, dell’impegno come scrittrice e traduttrice di autori militanti come Nazim Hikmeth, turco, e Agostinho Neto, il futuro presidente dell’Angola. Ogni passione e ogni viaggio sono tappe di un percorso più lungo: l’impegno di una vita per un’umanità più pacifica e più giusta.
Marcella Piccinini (Montichiari 1974), ha collaborato come costumista e scenografa a vari film di Marco Bellocchio, tra cui Sorelle Mai. È inoltre autrice di documentari e cortometraggi selezionati e premiati in numerosi festival. Tra le sue opere, vanno ricordate in particolare La luna di Kiev (2007), viaggio in autobus da Bologna a Kiev con un gruppo di badanti ucraine, e Il mondo capovolto (2011), breve e intenso lavoro sul tema della dislessia.
Il film è stato premiato in importanti festival italiani tra cui Trieste Film Festival 2016 (Premio Corso Salani), Visioni Italiane 2016 (Visioni Doc Premio D.E-R), Premio Libero Bizzarri 2016 (Miglior Soggetto), Bellaria Film Festival 2016 (Menzione Paolo Rosa), Sardinia Film Festival 2016(Premio Villanova Monteleone) e un Film per la Pace 2016 (Premio Speciale Miglior Film Consigliato alle Scuole).
SINOSSI
Marco Bellocchio nell’intervista fatta a Joyce nel 1994 parla del suo atteggiamento nei confronti della vita privo di sogni e di illusioni, ma estremamente attivo, chiedendole come sia possibile trasmettere le cose straordinarie che ha vissuto. Parlano di lei la sua borsetta di paglia ancora appesa ad una porta della sua camera, il cucù della sala, la sedia a dondolo di vimini, i suoi pettinini colorati appoggiati in bagno vicino allo specchio, i tappeti sardi, i fiori che Angela pone sempre sul tavolo della cucina, le canne che danzano con il vento. La casa di Joyce a Fermo, nelle Marche, è una casa che respira di vita, di una vita molte volte drammatica ma anche ricca di poesia. Il periodo da esule con Emilio Lussu a Parigi, le lotte delle donne in Sardegna, le traduzioni dei poeti che scrivevano “poesia utile”, quella che arriva direttamente, senza troppe parole alla conoscenza di altre realtà e al sentimento.
Joyce traduce tanti poeti tra cui Nazim Hikmeth, turco, e Agostinho Neto, che successivamente diventerà presidente dell’Angola. Ma i viaggi di Joyce non sono fatti di sole parole: sono soprattutto le tappe di una sua partecipazione attiva a una lotta comune, senza distinzioni di genere, per un’umanità più pacifica e più giusta.
Il crogiuolo, Spazio Fucina Teatro,
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