E-stiamo al parco
Uno spettacolo anticonvenzionale e di rilevanza sociale. Tutto incentrato su alcune grandi figure femminili che hanno fatto la storia, si anima sul palcoscenico con un gruppo di giovanissime “attrici” e “attori” di età compresa tra i sei e i dieci anni, in una full immersion nel mondo della letteratura, della storia, dell’imprenditoria femminile, delle arti, dell’identità di genere e dello sport. Un work in progress in cui la Compagnia è già attiva in vista di un nuovo arricchimento con altre storie di donne, così da spaziare anche nel mondo delle scienze, della politica, dell’attivismo per i diritti umani, etc.
Nello spettacolo, non si incontreranno principesse languide in attesa del salvifico principe azzurro ma figure di donne vere e soprattutto inarrestabili, che hanno lottato contro i pregiudizi e gli stereotipi di genere per affermare la propria personalità, donne importanti le cui esistenze sono state certamente caratterizzate da eventi singolari. In questo spettacolo si succederanno regine, donne pirata, ballerine, scrittrici, stiliste, sportive e non ultimo il caso di un transgender molto discusso negli States.
Note di regia
L’obiettivo della Compagnia, attraverso la mise en espace di “Piccole Ribelli crescono”, è quello di dare, attraverso il teatro, il proprio contributo e sostegno artistico a quel processo in atto che è il gender mainstreaming, volto alla realizzazione di politiche che possano contrastare le disuguaglianze tra donne e uomini. L’analisi della realtà ci porta a dimostrare che esistono disuguaglianze sistemiche tra uomini e donne che spesso sono trasversali a tutte le altre disuguaglianze (etnia, religione, orientamento sessuale, etc.) e certamente non sono compatibili con i principi base delle società democratiche, basti pensare a quanto esplicita l’art. 3 della Costituzione Italiana.
Un costante lavoro di ricerca, studio e confronto con le piccole attrici e i piccoli attori della Compagnia è stato quindi necessario per giungere a nuove consapevolezze e alla conclusione che gli stereotipi di genere al giorno d’oggi non possono e non devono essere più un limite invalicabile ma anzi è giunto il momento di dare riconoscimento anche alle donne e al loro potenziale, così da superare quel concetto di “sessismo” ormai troppo stretto e rompere gli schemi in merito a pregiudizi, discriminazioni e conformismi.
Un giusto processo di empowerment dovrebbe accompagnare la crescita, sin dalla tenera età, affinché gli stereotipi di genere e i conseguenti pregiudizi non trovino il tempo di attecchire e di placare nelle bambine l’idea di poter fare tutto, con lo scopo ultimo di non cadere in un sessismo al contrario ma anzi di porre le basi solide per una cultura del rispetto reciproco tra femmine e maschi.
La parità di genere si pone oggi più che mai come un valore aggiunto, e ancor di più come una necessità assoluta per il bene di tutte le comunità.
Le Pieces
Le tre regine e giudicesse
Eleonora d’Arborea (1347 – 1404)
Si autoproclamò giudicessa di Arborea, secondo l’antico diritto regio sardo, andando contro il volere del potente regno d’Aragona. Riuscì a riunire sotto di sé quasi tutta la Sardegna, applicando le leggi della Charta de Logu, scritta dal padre e ampliata da lei stessa.
Molto amata e ottima stratega, Eleonora fu sconfitta da un nemico imprevedibile, la peste, che alla sua morte riconsegnò il regno agli aragonesi.
Adelasia di Torres (1207 – 1259)
E’ stata l’ultima giudicessa regnante di Torres. Per riuscire a mantenere il trono, fu scomunicata dalla Chiesa e infine abbandonata dal marito, che continuò comunque per tutta la vita a ritenersi il legittimo re di Torres. Adelasia raccolse le leggi del reame nella sua “Charta de rennu”, con pari diritti per gli uomini e per le donne.
Benedetta di Cagliari (1194 – 1233)
Fu giudicessa regnante di Cagliari, nonché una delle prime donne in Europa a salire al trono per proprio diritto. Favorì sempre i suoi sudditi e supportò l’economia locale, a discapito dei pisani, che occuparono la sua città e la costrinsero a rifugiarsi nell’interno del giudicato. Cercò per il resto della sua vita di ottenere la pace, ma alla sua morte il giudicato di Cagliari fu spartito tra le casate pisane in Sardegna.
Le tre sorelle inglesi Charlotte (1816 – 1855), Emily (1818 – 1848) e Anne Brontë (1820 – 1849) furono le autrici di alcuni romanzi che al giorno d’oggi sono fonte d’ispirazione per scrittori, registi, musicisti e studenti di tutto il mondo. Temendo che le loro opere non sarebbero state apprezzate per via dei pregiudizi nei confronti delle donne, scelsero di pubblicarle tutte sotto pseudonimi maschili.Gabrielle Bonheur “Coco” Chanel (1883 – 1971)
E’ stata una rivoluzionaria stilista francese.
Con il suo talento, riuscì a rendere le donne della sua epoca più eleganti e più comode, liberandole da lacci e corpetti.
Il tubino nero, i pantaloni femminili, le giacche corte e lo stile alla marinara sono solo alcune delle profonde innovazioni di Coco, che ancora oggi si trovano nei guardaroba di tantissime donne.Coy Mathis (2007 – )
E’ una bambina transgender statunitense.
Nata maschio, Coy si è sempre sentita femmina. Grazie al suo coraggio e all’aiuto dei suoi genitori, nel 2013 sono state modificate le leggi del suo Stato, e Coy, che allora aveva 6 anni, ha potuto frequentare i bagni delle bambine ed essere trattata come una di loro a tutti gli effetti.
Alfonsina Morini Strada (1891 – 1959)
E’ stata l’unica donna nella storia a partecipare al Giro d’Italia assieme agli uomini, nel 1924.
Le fu impedito di iscriversi negli anni precedenti e in quelli successivi, ma nonostante ciò, riuscì comunque a vincere ben 36 corse contro colleghi maschi e a conquistare la stima dei grandi campioni del suo tempo.
Jacquotte Delahaye (circa 1630 – 1663 circa)
Fu una piratessa haitiana, una delle pochissime nella storia. Sua madre morì di parto, e suo padre fu assassinato, così lei, rimasta sola con il fratello disabile, si diede alla pirateria. Si narra che, per sfuggire ai suoi persecutori, abbia messo in scena la sua morte e si sia per diversi anni travestita da uomo. Rimessi gli abiti femminili, avrebbe poi radunato un centinaio di bucanieri e conquistato una piccola isola caraibica. Lì, si dice, fondò con i suoi compagni la Repubblica dei Filibustieri, e sette anni dopo morì nel difenderla.
Lo spettacolo vede in scena una serie di pieces teatrali della durata di circa dieci-quindici-venti minuti ciascuna. Per la sua facile costruzione scenica, lo spettacolo si presta ad essere inserito in qualsiasi luogo (teatri, sale conferenze, scuole, librerie, spazi all’aperto, etc.) ma non solo, a seconda delle occasioni e del contesto vi è la possibilità di scegliere alcune pieces piuttosto che altre.
Biglietto euro 5,00.
Il crogiuolo, Spazio Fucina Teatro,
Centro culturale La Vetreria – Cagliari Pirri
Per informazioni: tel. 070 0990064 – 334 8821892
info@ilcrogiuolo.eu
ilcrogiuolo@gmail.com
Direzione artistica Rita Atzeri