NURARCHEOFESTIVAL
Intrecci nei Teatri di Pietra
XIII edizione

ORTACESUS, 8 agosto 2021, “Il testamento dell’Ortolano”
PIMENTEL, 7 agosto 2021, “Sa notti de is Janas”
ESCALAPLANO, 11 agosto 2021, “Su connottu”
ARMUNGIA, 14 agosto 2021, “Su connottu”
SAN NICOLÒ GERREI, 12 agosto 2021, “Su connottu”

Il Territorio del GAL SGT – Gruppo di azione locale Sole Grano Terra, ospiterà 5 eventi della tredicesima edizione del “NurArcheoFestival, Intrecci nei Teatri di Pietra”, la rassegna firmata dal Crogiuolo, con la direzione artistica di Iaia Forte e Rita Atzeri, realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna Assessorato alla Cultura e Spettacolo e Assessorato al Turismo, che due anni fa ha anche ottenuto il patrocinio del MIBACT per gli eventi dell’anno culturale 2018.

Il Festival si svolge su scala regionale e coinvolge diversi comuni e siti archeologici, dal Nord al Sud della Sardegna, avvalendosi della collaborazione di artisti di grande rilevanza, attraverso la proposta di spettacoli teatrali di alto pregio nazionale e regionale, alcuni appositamente creati per lo stesso festival e per i luoghi, rendendo gli spazi protagonisti di un’interazione costante tra arte, storia antica e paesaggio, nei quali gli artisti coinvolti, sono sempre felici di adattare il loro lavoro per valorizzare ed interpretare al meglio i luoghi della
nostra memoria.

Il Presidente Antonino Arba, conferma che il GAL SGT è felicissimo di ospitare questa importante rassegna. Sono stati individuati tra i comuni soci del GAL SGT, cinque siti archeologici in cui saranno realizzati gli spettacoli “Su Connottu”, “Sa Notti de Is Janas” e lo spettacolo nazionale “Il testamento dell’ortolano” della compagnia Teatro degli Acerbi.
Gli spettacoli si svolgeranno al calar del sole e saranno rispettate le disposizioni di prevenzione contro la trasmissione del Covid19.

PROGRAMMAZIONE NEL TERRITORIO DEL GAL SGT

PIMENTEL, 7 agosto 2021, ore 19.00, DOMUS DE JANAS DI CORONGIU, “Sa notti de is Janas”, di Sabrina Barlini con Isella Orchis, Marta Gessa, Laura Zedda e la danzatrice Sara Manca. 

Una notte straordinaria in cui tutto può succedere. E può anche capitare di incontrare gli esseri che hanno abitato i nostri luoghi antichi in un tempo in cui tutto nella nostra isola era molto diverso. Esistevano ancora tante creature misteriose a cui gli uomini non facevano alcuna fatica a credere. Una storia si srotola tra betili e rocce , dalle Domus de Janas, ci raggiunge riportandoci indietro. E, come per incanto, delle vesti bianche, delle presenze balzano da un passato lontano, testimoni di un tempo in cui gli uomini sapevano ancora vivere con le fate. Quel tempo in cui il suono dei loro telai riempiva boschi e campagne e, insieme al canto di grilli e di cicale, produceva armonie capaci di vibrare con le stelle. In un tempo in cui tutto era divino. Tutto così pieno di universo. Capita talvolta che accada un prodigio, a volte basta solo desiderarlo, ma se il divino non dovesse arrivare in questa notte speciale la magia del teatro ci accompagnerebbe comunque.

ORTACESUS, 8 agosto 2021, ore 19.00, NURAGHE S’OMU DE S’ORCU, “Il testamento dell’Ortolano”

Il testamento dell’Ortolano da un racconto di Antonio Catalano rielaborazione testo di Antonio Catalano e Patrizia Camatel con Massimo Barbero regia di Patrizia Camatel

Monologo teatrale tratto da un racconto di Antonio Catalano, eclettico artista, il poeta della meraviglia, il cantore delle piccole cose. Il sapore è quello di una fiaba antica, ma i contenuti sono modernissimi, poiché si parla del legame di amore e cura per il Pianeta Terra, tema di grande attualità e importanza primaria. Protagonista della storia è l’ortolano Adelmo, vissuto in quel passato prossimo in cui l’orto era fonte primaria di sostentamento famigliare. Egli ha ricevuto la terra dai suoi antenati, l’ha coltivata per tutta la vita; ha imparato dal padre, ma si è anche inventato il mestiere sperimentando ad ogni stagione, con buona pace di tradizioni e proverbi; ha guardato alle fasi lunari un po’ sì e un po’ no, perché la luna sta lassù e che ne sa lei dei fagiolini; ha maledetto la tempesta e la siccità; ha messo su famiglia e l’ha nutrita coi frutti della sua fatica. Il giorno in cui, infine, si sente vicino alla morte, si chiede che destino avrà il suo orto, nelle mani del figlio Michele. Ricevere in eredità un pezzo di terra e attrezzi agricoli può essere gravoso. Ma se si entra per quel cancelletto sgangherato anche solo per fare pulizia, per il decoro del vicinato, si rischia di subire il fascino di quella variegata comunità di esseri viventi, che va avanti strenuamente anche nel disinteresse del novello proprietario. L’orto può diventare così un luogo in cui specchiarsi, in cui ritrovare le vicende famigliari, in cui scoprire il legame plurimillenario tra l’umanità e la Terra, che dobbiamo tutelare come eredità comune e ancor più come fonte di vita. Insomma, l’orto è il luogo della Cura: là dove ci si prende cura della terra, e dove la terra cura il corpo e l’anima. Questo è il messaggio lanciato dall’ortolano, laborioso e bonario, filosofo e poeta a sua insaputa.

L’intimità della narrazione si adatta a un piccolo gruppo di ascoltatori, grandi e piccini, per rimanere ancora più fedeli alle atmosfere dei racconti domestici, o di un antico “cunto” in cui però si narrano le gesta non di prodi cavalieri, ma di contadini in sella alla Lambretta, di peperoni magici esplosi in cielo come fuochi d’artificio, di balli a palchetto e lune di polenta…

ESCALAPLANO, 11 agosto 2021, ore 19.00, CHIESA CAMPESTRE DI SAN SALVATORE, “Su connottu”

SAN NICOLÒ GERREI, ore 19.00, FONTE SACRA SU MUSULESU, 12 agosto 2021, “Su connottu”

ARMUNGIA, 14 agosto 2021, ore 19.00, NURAGHE ARMUNGIA, “Su connottu”

SU CONNOTTU – con Rita Atzeri, Maria Grazia Bodio, Isella Orchis e Gisella Vacca. 

A qualcuno il nome di Pasqua Selis Zau, nota Paskedda Zau, non dirà nulla. Eppure è lei la popolana nuorese, madre, vedova, di dieci figli, che il 26 aprile del 1868 scatenò la sommossa popolare contro gli effetti della Legge delle Chiudende (il provvedimento legislativo emanato nel 1820 durante la dominazione sabauda in Sardegna, che autorizzava la recinzione dei terreni fino ad allora considerati, per tradizione, di proprietà collettiva, introducendo di fatto la proprietà privata), quando contadini e pastori protestarono contro la volontà del Consiglio Comunale di Nuoro di voler privatizzare le terre pubbliche. Quella rivolta è passata alla storia come “Su Connottu”, dal grido levato da Paskedda, “A su connottu, torramus a su connottu!”, al “conosciuto”, alla consuetudine. Nell’opera di Ruju, poi arricchita dalle ballate di Francesco Masala e riscritta per la scena dal regista Gianfranco Mazzoni, la narrazione è affidata principalmente agli uomini. Nel racconto al femminile pensato dal Crogiuolo, a dare lettura del testo, adattato, saranno Rita Atzeri, Maria Grazia Bodio, Isella Orchis, due attrici storiche del Teatro di Sardegna, e Gisella Vacca: “Un tentativo, senza stravolgere i contenuti della narrazione, di riportare equilibrio alla vicenda, almeno sul piano interpretativo delle voci in scena”, specifica Atzeri.

Per informazioni, prevendita e prenotazioni: tel. 334 8821892

Per ulteriori informazioni e aggiornamenti: fb /nurarcheofestival

Il crogiuolo, Spazio Fucina Teatro,

Centro culturale La Vetreria – Cagliari Pirri

Per informazioni: tel. 070 0990064 – 334 8821892

info@ilcrogiuolo.eu

ilcrogiuolo@gmail.com

Direzione artistica Rita Atzeri

Il crogiuolo, Spazio Fucina Teatro,
Centro culturale La Vetreria – Cagliari Pirri
Per informazioni: tel. 070 0990064 – 334 8821892

info@ilcrogiuolo.eu
ilcrogiuolo@gmail.com

Direzione artistica Rita Atzeri

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