Testo e regia Susanna Mannelli
con Rita Atzeri
Coproduzione Il crogiuolo Botti du Schoggiu
Perché Cassandra?
In Cassandra risuonano echi di società matriarcali che si fondono con i caratteri della donna violata che incarna, e che saranno a fondamento del genere femminile dell’intero futuro occidentale. Donna comunque raccontata dagli uomini. E vissuta dagli uomini come scandalo.
Questa donna mi porta con sé. Mi trascina in una profondità materica fatta di verità complesse, poetiche e di difficile semplificazione. Mi corrompe e allo stesso tempo mi rivela verità. Mi dice che è fondamentale decriptare il pensiero, che è fondamentale porsi le giuste domande, quelle che mettono in moto il processo di trasparenza a cui tutti aneliamo, in questo strano tempo contemporaneo, che con sempre maggiore forza espansiva delinea una visione semplicistica del mondo che fa
tabula rasa delle menti pensanti.
Il titolo è Cassandra 2020. Perché proprio in questo 2020 si è palesata la mancanza di “senso” che caratterizza oggi la vita degli uomini e delle donne. Cassandra non è più la veggente non creduta, ma è semplicemente ignorata, perché tutto è creduto. La sua frustrazione più grande è che qualsiasi cosa detta sia del tutto indifferente all’orecchio di chi ascolta. Tutte le cause sono verità conclamate, tutto è creduto indiscriminatamente. Il discernimento è un’attività dell’intelletto che non ha più motivo di esistere. In questa contemporaneità in cui lei, Cassandra, vive, vengono a mancare i criteri su cui basare una comparazione tra probabile verità e menzogna. Una potente pianificazione dei contenuti ad opera di un “potere” gestito da Nessuno. Nessuno è il vero eroe di questa anomala democrazia, Odìsseo, che ha come ombra l’uomo d’astuzia che mira al potere. Da quando abbiamo cominciato ad educare all’astuzia invece che al libero pensiero?
Cassandra vive in una gabbia (metafora della sua impotenza) dalle quale può uscire, nella quale sempre torna, perché appena fuori è preda della grande vacuità, una sorta di agorafobia di cui soffre, per la mancanza di un contatto vero con la Natura che non riesce più a percepire. Solo quando è dentro la gabbia ritrova quella “limitazione” che la libera, che le permette di contattare quel seme di verità che sente germogliarle dentro.
Seme che ha bisogno di inverni per potersi fondere con gli umori della terra e proteggersi dalle insidiose aggressioni del mondo, di primavere che le permettano di sbocciare, di estati che diano forma alla sua sostanza divenendo frutto e infine di autunni per diffondere i nuovi semi che andranno a cercare nuove terre nelle quali abbandonarsi a nuove generazioni. Cassandra 2020 vuole essere sintesi antropologica del vissuto femminile degli ultimi 3 millenni e intesse con lo spettatore un rapporto confidenziale.
Parla di sé, degli abusi ricevuti, dei figli che le sono stati tolti e uccisi, dell’unitili barbarie alle quali ha assistito come testimone impotente. Delle guerre e degli stermini che hanno caratterizzato e fondato la nostra civiltà.
Dà voce all’universo femminile così come si è delineato durante il corso della storia. Il suo faticoso tessere la vita in un mondo che non le appartiene, o quantomeno in cui non ha voce in capitolo, gregaria di quel pensiero maschile che non riesce mai ad “atterrare”, a mettere radici e a coniugarsi, a impastarsi di terra per poter fruttare e creare scenari di nuova umanità.
Alla fine la rivelazione. Ricuce un quadro apocalittico in cui la vera e unica visione è quella di ribaltare la visione stessa, una sorta di rivoluzione dei sensi che propone allo spettatore, lo incita a riappropriarsi dei cicli naturali della vita per riconnettersi con quella luce interiore grande come un pollice all’altezza del cuore che ci permette di illuminare lo stretto e poco marcato cammino verso la vita.
Cassandra VentiVenti Promo:
https://youtu.be/r5pSutxNC74
Cassandra VentiVenti Integrale:
https://youtu.be/a9mvRlTpQGE
Il crogiuolo, Spazio Fucina Teatro,
Centro culturale La Vetreria – Cagliari Pirri
Per informazioni: tel. 070 0990064 – 334 8821892
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Direzione artistica Rita Atzeri