NurArcheo Festival 2024

Torna a Genoni il nurarcheofestival con un programma tutto dedicato alla storia e alle tradizioni della Sardegna.
Conoscere il nostro passato, valorizzare la nostra cultura, sono gli elementi alla base della nostra identità.
Riconoscerci alla pari e competenti è il primo passo per rivendicare l’autodeterminazione delle scelte che riguardano il futuro della nostra regione.

Il primo appuntamento è per venerdì 6 settembre, ore 21.30 al convento dei Cappuccini, con Su Connottu, un classico del teatro sardo, scritto nel 1972 dal poeta, romanziere, drammaturgo nuorese Romano Ruju e portato in scena per oltre 300 recite dalla cooperativa Teatro di Sardegna.

Nel racconto al femminile pensato dal Crogiuolo a dare lettura del testo tratto da Ruju, Masala, Mazzoni, adattato, saranno Maria Grazia Bodio, Isella Orchis (due attrici storiche del Teatro di Sardegna), Gisella Vacca e Marta Gessa: “Un tentativo, senza stravolgere i contenuti della narrazione, di riportare equilibrio alla vicenda, almeno sul piano interpretativo delle voci in scena”, specifica Rita Atzeri, autrice della riduzione teatrale.

In scena con le attrici il polistrumentista Nicola Agus.

A qualcuno il nome di Pasqua Selis Zau, nota Paskedda Zau, non dirà nulla. Eppure è lei la popolana nuorese, madre, vedova, di dieci figli, che il 26 aprile del 1868 scatenò la sommossa popolare contro gli effetti della Legge delle Chiudende (il provvedimento legislativo emanato nel 1820 durante la dominazione sabauda in Sardegna, che autorizzava la recinzione dei terreni fino ad allora considerati, per tradizione, di proprietà collettiva, introducendo di fatto la proprietà privata), quando contadini e pastori protestarono contro la volontà del Consiglio Comunale di Nuoro di voler privatizzare le terre pubbliche. Quella rivolta è passata alla storia come “Su Connottu”, dal grido levato da Paskedda, “A su connottu, torramus a su connottu!”, al “conosciuto”, alla consuetudine. Nell’opera di Ruju, poi arricchita dalle ballate di Francesco Masala e riscritta per la scena dal regista Gianfranco Mazzoni, la narrazione è affidata principalmente agli uomini.

L’8 settembre 2024, alle 18.30, ci sarà la presentazione del libro, premio Alziator 2022, “Accabadora. Mito e Realtà. Storia e reperti di un ritrovamento”.

Uniti dall’amore per la storia e le tradizioni Sardegna un oftalmologo (Aldo Cinus), un medico legale (Roberto Demontis), un cardiologo (Augusto Marini), un odontoiatra (Mario Staffa) con una solida introduzione storica di Gianfranco Tore, hanno dato vita ad un’avvincente inchiesta scientifica che parte con una confidenza sussurrata tra le mura di uno studio cardiologico.

La scoperta.
Augusto Marini è un medico all’antica che mette così a proprio agio il paziente che spesso quest’ultimo è portato a condividere con lui qualcosa di ben più significativo dei suoi sintomi. Così il cardiologo appassionato di Sardegna scopre dell’esistenza di uno degli strumenti che, in tutti i racconti popolari, faceva parte del corredo di lavoro de sa femmia accabadora: su mazzolu, detto anche mazzocca. Si dipana così un’emozionante ricerca che porterà al ritrovamento del pertugio in cui questa antica sacerdotessa conservò e preservò dall’oblio is prendas a lei più care: un tronchetto di legno avvolto in ritagli di giornale riportanti gli anni di pubblicazione intorno al 1920; un rosario; una moneta da dieci centesimi databile ai primi del Novecento; un dente umano; sei marche da bollo da 0,30 centesimi e un foglio di carta ripiegato in quatto parti, recanti a matita nove nomi di persona fiancheggiati ciascuno dal numero uno.

Chiude la mini rassegna in data 28 settembre 2024 nuovamente al Convento dei Cappuccini ore 21.30 lo spettacolo “Contus po si spassiai e contixeddus po si stentai”, ideato e diretto da Carla Orrù con Carla Orrù, Andrea Mameli, Rita Pau, Raffaelangela Pani, nuova produzione Il crogiuolo.

Le fiabe sarde sono perle di saggezza tratte da tradizioni antichissime che gli anziani trasmettevano ai bambini attraverso il racconto orale. Molti di questi racconti erano stati raccolti da Francesco Mango (insegnante calabrese) in un’operina Novelline popolari sarde” del 1890. Lo spettacolo trae spunto da questa raccolta. “Contus po si spassiai e contixeddus po si stentai” è un divertente spettacolo teatrale in lingua sarda campidanese dove gli attori tendono a riferire storie vere o di mistero, storie di povertà, miseria, ricchezza improvvisa, di destini scambiati dal caso, di sciocchi, di spose, vedove e di intrighi. Raccontano vicende di una comunità, di fatti e persone e di precisi ambienti ed eventi. Attraverso il divertimento si riesce a far conoscere le storie nate in Sardegna, la lingua e le tradizioni. Lo spettacolo è costruito con toni leggeri, divertenti e a tratti ironici. Gli attori recitano, cercando di far divertire il pubblico con filastrocche, canti ed espressioni in lingua sarda campidanese. La musica e le canzoni servono ad esaltare il ritmo incalzante e vivace della messa in scena. Arricchiscono e animano lo spettacolo gli oggetti di scena, i costumi.

Il crogiuolo
Casa Saddi
, Pirri

Per informazioni: tel. 334 8821892

info@ilcrogiuolo.eu
ilcrogiuolo@gmail.com

Direzione artistica Rita Atzeri

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