Teatro d’Autore
Sabato 19 ottobre, alle ore 19:00 – nell’ambito della stagione di Teatro d’Autore de Il Crogiuolo – andrà in scena nello spazio MBT di Villa Verde lo spettacolo “Sotto lo sguardo delle mosche“. Di Michel Marc Bouchard; regia di Simone Schinocca; con Valentina Aicardi, Francesca Cassottana, Elio D’Alessandro, Antonella Delli Gatti, Andrea Fazzari, Fabio Marchisio.
Lo spettacolo proposto in anteprima è l’esito della residenza artistica della compagnia Tedaca di Torino.
Vincent torna nella casa natale con l’intenzione di presentare Dolcezza, la sua nuova fidanzata, ai propri familiari. Il giovane è consapevole che non si tratta di un ritorno semplice: ha da poco lasciato quella casa e lo strascico della sua presenza è ancora fresco. Così tornano alla luce le dinamiche relazionali che scandivano la sua vita precedente: l’apprensività di una madre perennemente preoccupata per qualcosa, il dispotismo rozzo e goliardico del cugino, perennemente in disaccordo con tutti. Così come emergono nel protagonista anche i segni di un malessere non ben precisato che si manifesta in forti mal di pancia. Davanti a tutto questo, Dolcezza sembra una spettatrice passiva, le relazioni fra i personaggi della casa si materializza davanti ai suoi occhi, come una quotidianità che torna a ripetersi dopo essere stata interrotta, come un carillon che propone sempre la stessa melodia e aveva bisogno solamente di essere aperto per riprendere a suonare, continuando a proporre la melodia di sempre. In questo contesto la ragazza comprende gradualmente quanto l’amore che Vincent prova per lei sia l’unica ancora di salvezza da quel pantano familiare che rischia nuovamente di risucchiarlo.
Questo vortice emozionale verso il basso viene rappresentato anche dall’ambiente in cui la famiglia passa la propria quotidianità. Una casa, dall’apparenza impeccabile, immersa in una enorme fattoria a chilometri e chilometri di distanza dal primo centro abitato. Una villa di campagna, aristocratica come quella dei proprietari terrieri di fine Ottocento, decadente come quell’aristocrazia terriera che nel Novecento ha perso il proprio potere, se non fosse per la presenza di una servitù di silenziose presenze, e per oggetti di valore con memoria di un passato che non si può raccontare. Una villa di campagna attorniata da 35 baracche con circa 14.000 maiali, allevati dalla famiglia per provvedere al proprio sostentamento.
Sous le Regard des Mouches (Sotto lo sguardo delle mosche) è la storia di una famiglia dove il fascino per la morte e il desiderio di sopravvivenza hanno come sfondo la noia. Le dinamiche familiari sono descritte dall’autore con una visione cinica, punzecchiata da un’ironia a volte liberatoria e spesso tagliente.
“Lo spettacolo morboso si offre a noi con una spudoratezza sempre più insopportabile. Il confine tra la denuncia e la valorizzazione è sottile. Il nuovo tribalismo virtuale non ha niente di rassicurante: “autopsie in diretta, crimini in diretta, scontri automobilistici in diretta, condanne a morte in diretta.” I mercanti di morte fanno profitti.
Noi abbiamo già venduto le nostre anime Non restano che i nostri corpi. Questa sera vi invito a un racconto in cui il fascino per la morte e il desiderio di sopravvivere hanno come sfondo la noia. Un racconto dove l’oscurità parte con un metro di vantaggio. Alcuni sono nati sotto lo sguardo di Dio. Questi personaggi sono nati sotto lo sguardo delle mosche. “Questa sera vi invito a un racconto in cui il fascino per la morte e il desiderio di sopravvivere hanno come sfondo la noia. Un racconto dove l’oscurità parte con un metro di vantaggio. Alcuni sono nati sotto lo sguardo di Dio. Questi personaggi sono nati sotto lo sguardo delle mosche”. Michel Marc Bouchard
Michel Marc Bouchard, è uno fra i più noti autori contemporanei canadesi: nato nel 1958 ha iniziato la propria attività di scrittore negli anni Ottanta, imponendosi all’attenzione della critica e del pubblico con lavori incisivi nei contenuti e forti nello stile espressivo. È molto amato anche in Italia, tanto che il giornalista Franco Quadri sulle colonne de La Repubblica ha parlato di lui come di “un autore che sfugge a ogni definizione, scrivendo testi arrabbiati, realistici e metaforici su storie locali col dono dell’universalità” ” Altre sue opere sono “Le voyage du Couronnement”, “Les Muses Orphelines”, “Le Chemin des Passes-Dangereuses”, “Les Manuscrits du Déluge” e “Tom à la ferme”, quest’ultimo riadattato per il lungometraggio omonimo adattato dallo sceneggiatore Xavier Dolan.
Note di regia
L’incontro con Michel Marc Bouchard è stato uno dei momenti più preziosi vissuto da me professionalmente negli ultimi anni e la fiducia e stima sentita reciprocamente ha consolidato in noi il desiderio di approfondire le sue parole, le sue storie, i suoi personaggi. Uno degli autori viventi più rappresentati al mondo, eppure in Italia i suoi testi ancor così poco “frequentati”, molti neanche tradotti e mai pubblicati. Michel ha una visione così opposta al mio modo di vedere e vivere il mondo. I suoi testi, poetici, reali, vivi e taglienti, caratterizzati da un uso equilibrato e mai scontato dell’ironia, non lasciano alcun spiraglio ad una dimensione di speranza. Spirali che in qualche modo raccontano di uomini che in un modo inesorabile vengono trascinati verso una tragica fine. E proprio in questa alienazione della speranza, così lontana dal mio modo di vivere e analizzare la fatica umana, trovo però un punto di incontro. Perché dal racconto di una strada senza via d’uscita può scattare il desiderio più profondo di ricercare disperatamente nella propria esistenza una possibile ancora di salvezza. Sotto lo sguardo delle mosche, esaspera ulteriormente questa visione già così presente ne Il sentiero dei passi pericolosi, altro testo dell’autore, messo in scena dalla nostra compagnia nel 2015. I personaggi sono prigionieri del tempo, dei luoghi, delle loro relazioni, del loro desiderare e non desiderare e proprio dalla non rappresentazione di una possibile via d’uscita, che in verità si può scorgere una reale possibilità di salvezza. In questo essere prigionieri ci si riconosce, nel sentirsi intrappolati in ruoli e situazioni. La profonda inquietudine dei personaggi fa da specchio alle nostre esistenze ci interroga, ci smuove.
Una casa, dall’apparenza impeccabile, immersa in una enorme fattoria a chilometri e chilometri di distanza dal primo centro abitato. La storia di una famiglia dove il fascino per la morte e il desiderio di sopravvivenza hanno come sfondo la noia “Un racconto dove l’oscurità parte con un metro di vantaggio. Alcuni sono nati sotto lo sguardo di Dio. Questi personaggi sono nati sotto lo sguardo delle mosche”.
Simone Schinocca
Regista di Sotto lo sguardo delle mosche e direttore artistico di Tedacà
Il crogiuolo, Spazio Fucina Teatro,
Centro culturale La Vetreria – Cagliari Pirri
Per informazioni: tel. 070 0990064 – 334 8821892
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Direzione artistica Rita Atzeri